Straniero ovunque

 





 

Quello che manca è andare
per rinascere a nuove emozioni, sensazioni;
alle armonie degli amori nascosti
dal fango delle tante strade percorse.

Straniero ovunque
da straniero nuovamente vado
lontano da sentieri inospitali.

Difficile è trovare rifugio, riposo:
è già sera.

Il cammino è duro ma,
laggiù, dove il vento agita gli alberi,
una luce, una casa promette ristoro,
calore, volti di giovani donne e canti.

 

 

Il ricordo di melodie antiche
riscalda il cuore sofferente.
Povero il mio cuore tanto a lungo esposto ai venti!
Alzo la lanterna e vado:
un mondo nuovo aspetta e accoglie,
un luogo cercato, desiderato.

Raggiungerò la casa domani, all’alba
Non importa la distanza: il cammino è sicuro.
Farò sosta nella casa sulla collina,
prima dei monti
dove nasce l’arcobaleno.


Straniero ovunque
giungo alla meta e chiedo ospitalità.
Ho bussato alla porta del Signore.
Le membra stanche,
le ferite aperte e sanguinanti
reclamano cure, riposo.

Ho bussato!
Qui, sull’uscio, infuria la tempesta.
Immagino la quiete oltre la porta.
Basta vagabondare.
Sono arrivato dove il sentiero finisce.
Le ferite bruciano,
i piedi portano la stanchezza del cammino.

C’è un riparo:
mi distendo e riposo.
Attendo.

 

 

 

 

 


 


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