Lettera - Autunno / Inverno 2018

 


Agosto arrivò con le sue notti calde e il sole del mezzogiorno.

Qualche scroscio di pioggia, è vero, e rivoli d’acqua lungo i vicoli e le piazzette del centro storico.

Piogge benedette per il bosco di licino bruciato dal caldo asciutto, torrido del 2012

Ci furono incendi nel 2012 e canadair a bombardare acqua sul monte e impedire il peggio.

Il peggio! 

Il peggio è poi arrivato e ha cambiato l’orizzonte dei giorni, il futuro, il nostro stare tra la gente e le cose.

Alle 3,36 del 24 agosto del 2016 un terremoto ed io, come nel‘97 ho pianto pensando agli uomini e alle donne dell’Appennino Centrale, alla gente sotto le macerie, alla morte degli innocenti

Insopportabile pensiero.

Voci,

ombre le voci dei paesi e delle comunità scomparse,

le ombre di quelli che non ci sono più e

il mio pianto come un requiem.

Piccole ombre

Noi che siamo rimasti abbiamo perso tutto,

Non solo voi ma con voi anche quello

che eravamo.

Sono passati quasi 3 anni dall’evento e a Norcia, solo una parte delle macerie della Basilica di San Benedetto è stato rimosso.

La ricostruzione stenta a partire con scuole, ospedali, presidi sanitari, caserme e case private rimaste come la bestia, il terremoto, le ha lasciate … non è stata fatta neanche la progettazione degli interventi. Tutto è fermo tranne il chiacchiericcio dei politici.

Anche le principali vie di comunicazione con le regioni limitrofe sono chiuse o difficilmente percorribili. Attendono immobili “la ricostruzione” avvolte dal freddo di questo inverno.

A Genova hanno perso un ponte ,  noi tutto quello che rendeva belli e accessibili i nostri monti … vie di comunicazione e ponti da mettere in sicurezza, le nostre Chiese, le scuole e migliaia di case

Scrive Thomas Stearn Eliot

“ la poesia non è un libero sfogo di sentimenti ma un’evasione da essi, non è l’espressione della personalità ma un’evasione dalla personalità. E’ naturale però che solo chi ha personalità  e sentimenti sappia che cosa significhi volerne evadere”

Vorrei evadere …

ma per andare dove, mi chiedo.

Quando rileggo me stesso non mi riconosco … non sono io, mi dico,

quello del curriculum vitae.

Non sono quello che sul lungo lago di Luino passeggiava con Piero Chiara.  Lui, quella calda sera d’estate, mi raccontò dei luinesi e delle loro migrazioni.

Non sono quello che Carlo Levi, per bocca di Paolo Cinanni,  mi invitava a scrivere.

Che fatica scrivere !

Non sono quello che scriveva sulla pagina dei lavoratori frontalieri de “Il Giornale” che Indro Montanelli aveva da poco fondato.

Non sono quello di “Tenera è la notte “, la kermesse estiva del Comune di Perugia - Musica e poesia al tramonto a Palazzo della Penna - le mie poesie portate all’attenzione di un pubblico erudito, esigente

Non sono quello di Amnesty  Internazional -  le mie poesie nelle scuole di una città del Veneto.

Quel giovane che amava le sue strade e le piazze della città antica è uno che non ri-conosco.

Il passato è passato. Bisogna guardare al futuro, mi dico, ma come si può guardare al futuro senza tenere conto del passato.

Quello che è stato di ciascuno di noi appartiene alla sfera del passato.       È’ vero, il presente e il futuro si determinano a partire da quello che siamo stati perché si può guardare al proprio futuro e vivere bene il presente solo se si ha il coraggio di guardare in faccia il passato e accoglierlo dentro di noi, come parte di noi … anche se c’è una nota stonata o un tassello mancante al puzzle della nostra vita, anche se c’è qualcosa di sbagliato che vorresti cancellare, trasformare, reintegrare.

Gli anni succedono agli anni

Lontane, dolcissime ma anche amare sensazioni agitano la mente.

Il progetto definitivo per il recupero della mia abitazione è pronto e verrà trasmesso alle autorità, all’USR – Ufficio Speciale per la Ricostruzione  -  per la definitiva approvazione ma ,

immagino

ci saranno nuovi step, nuove richieste di verifica e controllo. Diranno che il personale adibito all’approvazione è insufficiente e purtroppo è vero e ritarderanno … troveranno nuovi  impedimenti  e restare fermi

Un comportamento che conosco. Ma non sono scuse le loro    è la legislazione vigente che genera lunghe attese, lentezze.

Nulla viene fatto in deroga all’ordinario

Capisco le difficoltà che incontrano i tecnici dell'USR ....

Permettetemi di aggiungere che non sono burocrati ma persone oneste  e capaci.

 

Sono stanco.

Stasera mi fermo qui. Sono stanco

Continuerò domani o domani dopo.

Non è un periodo facile ma sono fortunato. Ho una casa  e parte (solo parte) dei miei libri. C’è molto da fare. Devo star bene: devo . Ti abbraccio forte forte  … grazie per avermi ascoltato,

 

La gente non mangia

l’odore del pane

Inverno 2017/18

Commenti

  1. Ps

    I giorni succedono ai giorni … la lettera è datata e la ricostruzione è ferma.
    Non ci sono gru all’orizzonte.

    Serviranno anni, dicono, per riportare a casa gli abitanti, quelli che restano , di Amatrice, di Accumoli e così via. Capisco le difficoltà ma la vita che abbiamo avuto in dono non è eterna e voi, signori della politica, non ci siete

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